Perché un sito perde visite?

Ci sono varie spiegazioni tecniche e meno tecniche sulle ragioni per cui un sito perda un consistente numero di visite. Alcune di natura interna al sito e altre dovute a fattori esterni. Ma prima di farsi prendere dal panico e assumere tranquillanti, esaminiamo con calma i principali fattori. Innanzitutto da dove stai vedendo la perdita di traffico? Da Analytics, Search Console, Semrush, Seozoom o tool come Similarweb?
È importante conoscere la diversità di questi strumenti perché riportano dati e numeri diversi l’uno dall’altro, proprio perché alcuni di loro raccolgono dati di stima e altri dati molto più certi.

​ Stai guardando le visite da Google Analytics/GA4?

Ok. Un errore che ho fatto anni fa, è stato quello di vedere un calo di visite incredibile da Analytics ma, allo stesso tempo, vedere le parole chiavi, che portavano più traffico sul sito, immobili in prima pagina. Non avevano neanche cambiato posizione all’interno della prima pagina. E allora cos’era successo? Il fatto di essere giovane e non avere tanta esperienza. Scherzo (o meglio: non tanto). In buona sostanza avevo inserito il codice di Google Analytics all’interno del sito in WordPress dentro il file “header.php” precisamente tra l’apertura del tag

<head> e la sua chiusura</head>.

Fin qui tutto ok. Vedevo le visite, le conversioni che crescevano, le pagine più visitate, quali dispositivi utilizzavano gli utenti che atterravano sul sito ecc…Insomma nessun tipo di problema. Ma un giorno, dopo aver fatto una sana e ricca colazione ed essermi seduto di fronte la mia scrivania, accendo il PC, vado sul pannello di gestione Analytics e vedo una calata di visite, stile montagna russa dei Luna Park, verso il basso. Non ho assunto psicofarmaci, ma sono andato nel pallone più totale, anche perché, come dicevo prima, vedevo tutto regolarmente nei risultati di ricerca. Dopo aver fatto qualche domanda a qualche amico e aver scritto su alcuni gruppi Facebook e forum di WordPress, finalmente ne sono venuto a capo. Il problema era che non stessi usando un tema child.​

Cos’è un tema child di WordPress?

Un tema child è, appunto, un tema figlio che è l’esatta copia del tema padre.

Sì, ma perché dovrei utilizzarlo in WordPress?
Perché si possono fare modifiche senza modificare i codici del tema padre. È come se avesse una barriera protettiva. E questa barriera serve soprattutto a non far sovrascrivere il codice quando il tema principale viene aggiornato. Ed è quello che è successo a me: gli sviluppatori del tema che stavo utilizzando, lo hanno aggiornato e automaticamente, così come chiunque lo stava utilizzando in quel momento nel suo WordPress, si è trovato con tutti i file aggiornati. Questo vuol dire che se qualcuno aveva messo mano nel function.php, header.php o in qualsiasi altro file, le modifiche non le ha viste più perché gli sono state cancellate. Quindi, il codice di tracciamento di Analytics che avevo aggiunto prima, non esisteva più dopo l’aggiornamento del template e Analytics mi restituiva 3 utenti nell’ultima giornata, quando, in genere, me ne segnava, in media, 700. Consiglio spassionato:

UTILIZZATE SEMPRE TEMI CHILD!

Stai controllando le visite da Google Search Console?

Ok. Se sai leggere ed usare Search Console, potrai renderti conto se hai problemi di indicizzazione di pagine. Indaga se alcune pagine presentano problemi relativi ai video, se sono in 404 o se il tuo sviluppatore ha modificato il file robots.txt rendendole non scansionabili. Controlla la sitemap se ha problemi di invio e se le risorse in essa hanno lo status code 200 e sono raggiungibili. Potresti anche avere problemi di usabilità mobile perché il testo è troppo piccolo o gli elementi del layout sono troppo vicini tra loro, causando problemi a Googlebot per smartphone. Potresti anche avere problemi di velocità di caricamento dovuta ad un appesantimento del sito per colpa di plugin che confliggono tra loro o di immagini troppo grandi. Tieni d’occhio anche il tuo hosting: se non è perfettamente performante, potresti avere degli errori 5xx dovuti a problemi del server. In questo caso, contatta il tuo provider e una volta risolti i problemi, se hai budget, acquista una CDN, ossia una rete di server dove vengono salvati i contenuti statici del tuo sito e restituiti agli utenti molto, ma molto più velocemente.

​ Stai controllando le visite da Seozoom?

Qui siamo in un territorio un po’ diverso. Possiamo dire che cominciamo ad uscire un po’ dal sito per vedere che situazione si sta venendo a creare fuori. Vediamo un attimo le parole chiavi associate alle pagine che stanno avendo un calo di posizioni e proviamo a ragionare seguendo un po’ di step:

  • Le parole chiavi sono stagionali? Nel senso: se hai un hotel in montagna a Roccaraso ed è marzo/aprile, stai tranquillo. Soprattutto se rimani posizionato per keywords transazionali come: “prenotare albergo Roccaraso” o “migliore hotel a Roccaraso”, forse è normale che i volumi di ricerca di queste parole, scendano nei mesi primaverili ed estivi e salgano durante l’autunno/inverno.
  • Stai notando un calo di sabato e domenica? Se sei un’attività che fa B2B, probabilmente le aziende chiudono nel weekend causando la perdita di traffico sul sito.
  • Stai attento al mercato e ai competitors? Tornando all’esempio dell’Hotel di Roccaraso, non è che per caso c’è qualcun altro che abbia aperto un’attività simile alla tua e, contemporaneamente, ha sviluppato un sito migliore (per contenuti, qualità, facilità di navigazione, sicurezza, video, servizi) del tuo?
  • Stai controllando di non essere il bersaglio di un attacco spam da qualche dominio malevolo per parole che non c’entrano niente con i tuoi servizi/prodotti?
  • Stai controllando che tu non abbia contenuti obsoleti, non al passo con i tempi sul sito?
  • Stai controllando che tu non abbia contenuti duplicati (cioè pagine identiche) all’interno del sito?
  • Stai controllando che chi scriva i contenuti non stia copiando da altri siti?
  • Stai controllando che, all’interno del sito, non ci siano pagine simili che concorrono alla prima pagina di Google per le stesse parole chiavi? In questo caso è come se ti facessi concorrenza da solo e Google può ritenere gli argomenti ridondanti.

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    Ma allora, se non ci sono errori tecnici, perché ho una perdita di traffico?

    Ci possono essere cause che non dipendono direttamente da ciò che si compie nel sito e fuori. Ad esempio, le fluttuazioni delle SERP (le pagine delle ricerche Google) sono in continua evoluzione e Google non mantiene delle posizioni fisse per i siti vita natural durante. Ci sarà sempre un competitor che spierà i tuoi punti di debolezza che renderanno più forte il suo sito. E una volta che Google se ne accorgerà, saranno “volatili per diabetici” citando Lino Banfi. Perché Google riterrà quest’ultimo degno di rappresentare gli intenti di ricerca del tuo target, premiandolo con la prima pagina o la prima posizione, una volta era regnata da te.

    Le penalizzazioni

    Stai sempre molto attento allo sviluppatore che scegli perché potrebbe, consapevolmente o inconsapevolmente, far infuriare i motori di ricerca. Ci sono varie tecniche per cercare di “fregare” gli algoritmi, ma quando questi se ne accorgono, vale sempre la citazione di Lino Banfi di cui sopra. Si chiamano tecniche Black Hat e violano le linee guida di Google, Bing, Yandex e compagnia bella. Ad esempio una tecnica Black Hat è quella del cloaking, ovvero quel trucco di riuscire a far apparire il sito in un modo e ai motori di ricerca un altro. Come se esistessero due siti: “uno davanti per gli utenti” e “uno dietro le quinte per i motori di ricerca”. Questo per mostrare ai visitatori dei contenuti che potrebbero non essere perfettamente legali o per mostrare link e pulsanti che portino a siti illegali. Infatti un’altra tecnica Black Hat è quella di creare siti con sneaky redirect.

    Quali sono?

    Sono sicuro che li conosci benissimo: mai visto un film in streaming, ad esempio su piattaforme come altadefinizione o filmsenzalimiti? Bene, ti sarai accorto sicuramente che quando premi play, vieni reindirizzato verso altri siti creandoti un fastidio così grande che vorresti distruggere il PC. Ecco, quelli sono gli sneaky redirect e i motori di ricerca, tendono a penalizzarli seriamente. Infatti, se ci fai caso, Google, chiudendogli i domini continuamente, altadefinizione lo dribbla, cambiando sempre il TLD, cioè la parte finale dell’URL, come:

    altadefinizione.org, altadefinizione.navy, altadefinizione.guest, altadefinizione.fantasy ecc…

    Naturalmente esistono varie altre tecniche ma non ci addentriamo troppo nel tecnico. Basta solo che teniate d’occhio chi sta sviluppando il sito per voi. A meno che non è vostro “cuggino” che vi vuole sicuramente bene e non farebbe mai una cosa del genere (a meno che non ci siano dispute familiari).​

    Penalizzazioni manuali e penalizzazioni algoritmiche

    Se hai le penalizzazioni manuali, puoi stare un po’ più sereno, anche perché vuol dire che non sono gravissime (un po’ come i peccati veniali) e, in molti casi, il tuo sito viene visto come una vittima. Certo, poi è necessario contattare uno sviluppatore per risolvere gli errori, però poi, una volta risolti, dovrebbe riprendere molto presto le posizioni di prima. Vengono segnalate nella Search Console all’interno della sezione “Sicurezza e azioni manuali”. Alcuni di questi problemi li abbiamo già citati:

    • link da siti malevoli,
    • attacco hacker che buca il sito.

    A questi possiamo aggiungere ad esempio:

    • contenuti scarni che non aggiungono valore
    • testo nascosto e parole chiave in eccesso (ripetute troppe volte)
    • problemi relativi ai dati strutturati

    e alcune altre.
    Le penalizzazioni algoritmiche sono più insidiose perché non vengono affatto segnalate né dalla Search Console, né da altri tool. Quindi, per riuscire a risalire ai problema, è molto più difficoltoso. I principali responsabili di questo tipo di penalizzazione sono le tecniche che abbiamo già citato all’inizio di questo paragrafo.
    Una volta risolti i problemi, è inutile guardare le visite o le parole chiavi ogni due minuti. Bisognerà avere molta pazienza, perché se c’è stato davvero un “pentimento”, il bot di Google ci metterà diversi giorni o settimane per riportare il sito verso posizioni accettabili. Portate pazienza!

    Occhio agli update di Google

    Nell’agosto 2018 ci fu un terremoto che segnò la storia degli algoritmi di Google: moltissimi siti che vertevano sulla salute e benessere e contenuti medici, videro il proprio sito sbattuto in fondo alle pagine di ricerca Google. Il perché? Fonti ufficiali dissero che Google voleva spazzare via molti di questi perché mostravano contenuti fuorvianti nei confronti di chi ricercava parole o informazioni mediche. In realtà, molte di queste risorse online che avevano ottime recensioni, contenuti freschi e aggiornati, articoli scritti da illustri medici italiani, purtroppo persero talmente tanto traffico che, alcune di loro, chiusero definitivamente la società. Sì, per chi basa tutta la propria attività sull’online, una come questa, può rappresentare una mazzata che non ti fa rialzare più. Anche una società per cui lavorai, rischiò di chiudere definitivamente dopo il famoso “Agosto nero del 2018”. E anche se trattava materie legali, Google lo giudicò negativamente e gli utenti sul sito passarono da 5000 a poche centinaia al giorno.

    In effetti ho preso un esempio tragico. Ovviamente non è sempre così. Gli aggiornamenti algoritmici ci sono, ma non di questa violenza. Il medic update è stato un caso raro, puoi stare tranquillo. Soprattutto se hai un sito aggiornato, con contenuti veritieri, controllati, aggiornati e scritti da personalità autorevoli nel campo specifico. Però è una buona regola, se noti dei cali nel traffico del sito costanti, informarti se ci sia stato un update da parte di Google e, se sì, quale tipo di intervento è stato apportato. Una volta acquisite le informazioni sui nuovi cambiamenti, puoi muoverti facendo le opportune modifiche che serviranno a farti ricrescere nelle pagine di ricerca.​

    Interventi sul sito

    Anche se il tuo sviluppatore esegue modifiche importanti sul sito, l’algoritmo potrebbe andare in confusione e penalizzarti scaraventando il sito nelle altre pagine di ricerca. Questo non vuol dire che i siti devono rimanere statici e non possono avere un’aggiunta di una pagina o di un contenuto. Anzi, più si aggiunge coerentemente, meglio è. Altro conto è invece, ad esempio, cambiare l’architettura del sito, sostituendo il menù in alto o modificando/eliminando sezioni contenenti link che dalla homepage portano alle pagine all’interno del sito. Non sto parlando di migrazione (argomento che affronto nel prossimo paragrafo), ma di pagine che restano con lo stesso URL senza subire alcuna variazione. Eppure, è capitato che il sito abbia ricevuto una penalizzazione perché il bot analizzando le pagine, si aspettava di trovare una certa struttura, con link a pagine del sito importanti inseriti nella medesima posizione e, un giorno, non li ha trovati più. Beccato e punito!​

    Migrazioni

    Questo è uno degli argomenti più complessi, sia a livello SEO che di sviluppo. Affronteremo il tema migrazione, sicuramente, in articoli a parte, ma se parliamo di perdita di visite, è necessario, quantomeno, introdurlo.
    Esistono vari tipi di migrazione:

    • da dominio vecchio a quello nuovo
    • da CMS ad altro CMS
    • da CMS a framework/linguaggio di programmazione (e viceversa)
    • da www a non www (e viceversa)
    • da http ad https
    • da hosting ad altro hosting
    • da template ad altro template.

    Ovviamente non è affatto illegale eseguire la migrazione, ma è un’operazione complessa, soprattutto quando si parla di siti grossi con migliaia e migliaia di pagine. Infatti il consiglio è: NON MIGRATE! Molti sviluppatori eseguono alla perfezione migrazioni di website anche complessi. Difatti il nuovo sito potrà anche essere ancora più user-friendly, essere molto più reattivo e dinamico, essere ancora più attraente con un design molto più accattivante, ma nonostante tutti questi salti in avanti e migliorie, subisce un calo drammatico di visite. Perché?
    Ti faccio un esempio semplicissimo: se hai un negozio di abbigliamento di fiducia dove ti rechi sempre per acquistare capi nuovi, ovviamente, ti aspetti di trovarlo nella stessa via e allo stesso indirizzo. Ma se un giorno vorresti comprare un nuovo maglione, vai al negozio e trovi tutto l’immobile vuoto, smantellato, pieno di polvere e macerie, potresti rimanerci, giustamente, male. Ma se invece ti trovi di fronte al negozio smantellato, ma con un cartello appeso in vetrina con la scritta “Ci siamo trasferiti in Corso Garibaldi – 18”, allora è un’altra cosa.

    Puoi decidere di proseguire al nuovo indirizzo o cercare un nuovo negozio più vicino a te. Però lo hai saputo. I titolari si sono posti il problema di comunicare questo cambiamento ai propri clienti. Ecco, nei motori di ricerca, si dovrebbe eseguire la stessa operazione, dicendo a Google, Bing e gli altri che il sito
    www.ilmiosito.com si trasferisce a www.ilmiosito.org. Come avvertirli? Puoi scrivere delle direttive nel codice del file .htaccess del tuo sito, oppure scaricare un plugin se stai utilizzando WordPress o un altro CMS. In questo modo, in modo quasi magico e automatico, i motori di ricerca saranno immediatamente catapultati nel nuovo sito, scansionando i nuovi file e contenuti. Mi raccomando, se si cambia il dominio, dovrai scrivere i codici per eseguire le redirezioni pagina per pagina del tuo sito, o se usi i plugin, dovrai inserire ogni vecchio URL che punta al nuovo. Non basterà scrivere una sola volta il codice come lo si può fare quando si passa, ad esempio dalla versione “http ad https” o da “non-www a www”. È uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo.
    Questa è l’operazione fondamentale, ma prima e dopo sarebbe necessario fare altri lavori, come ad esempio:

    risolvere i problemi delle pagine 404, controllare i meta tag, inviare la nuova sitemap ecc…Ma affronteremo questa tematiche in altri articoli specifici.​

    Conclusione

    Come hai visto, ci sono varie opzioni per dedurre le cause di perdite di traffico. Ogni sito ha una sua storia, quindi, bisognerebbe indagare a fondo qualora tutte queste operazioni portassero ad esiti negativi. Potrebbero esserci dei problemi un po’ più insidiosi, soprattutto se i siti sono stati creati con i framework piuttosto che con CMS. Quindi, eventualmente si dovrà analizzare a fondo, ad esempio, il PHP (è capitato una volta che una piccola variabile “$cry” inserita nel codice in modo errato, abbia messo il sito in noindex, facendo crollare le visite bruscamente) per capire dove sono imboscati gli eventuali errori che causano difficoltà di indicizzazione o perdita di traffico.

    Stai ricevendo meno visite o hai ricevuto meno visite in passato e vuoi raccontarci come sei riuscito a superare questa fase? Scrivimelo in un commento ⤵️

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